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Emorroidi a grappolo: di cosa si tratta e come gestire il problema

Pubblicato il 11 Novembre 2020.

Cosa sono le emorroidi a grappolo? Non spaventiamoci, si tratta di un disturbo diffuso. Impariamo a conoscere il problema e ad affrontarlo con le giuste scelte alimentari e alcune abitudini comportamentali.

Problemi di emorroidi a grappolo: impariamo a riconoscerli

Quando fuoriescono dal canale anale, le emorroidi possono presentarsi al tatto come dei grappoli d’uva: proprio da questa caratteristica ha origine l’espressione “emorroidi a grappolo”. Questo tipo di emorroidi è facilmente riconoscibile, poiché i cuscinetti emorroidari sporgono all’esterno dell’orifizio anale. Vediamo la differenza tra emorroidi interne ed emorroidi esterne:

  • Emorroidi interne. Sono situate all’interno del retto e in genere non causano particolare disagio. Tuttavia, un eventuale sforzo durante l’evacuazione può danneggiarne la superficie provocando sanguinamento, e determinare uno scivolamento dei cuscinetti emorroidari fuori dal canale anale, causando irritazione e dolore.
  • Emorroidi esterne. Si trovano sotto la pelle che circonda l’ano. Quando sono irritate possono causare prurito o sanguinamento. Spesso si manifesta la formazione di un coagulo di sangue (trombo) con conseguente gonfiore, infiammazione e dolore.

Le emorroidi interne non sono percepibili durante il gesto quotidiano di igiene personale, mentre quelle a grappolo sì. Scopriamo subito i sintomi associati e le cause di questo disturbo. I primi sintomi delle emorroidi a grappolo che si manifestano sono:

La malattia emorroidaria può essere causata da alcuni fattori scatenanti:

Contrastiamo la malattia emorroidaria con la giusta dieta

Le emorroidi a grappolo e la patologia emorroidaria si possono contrastare con dieta e giuste abitudini. Partiamo con un elenco di alimenti validi in caso di emorroidi patologiche:

Emorroidi: Scopri il grado di patologia
Conoscere la patologia emorroidaria è il primo passo per viverla serenamente. Con alcune semplici domande interattive e pochi clic, puoi iniziare a comprendere la gravità del disturbo e come trattarlo.
FAI IL TEST
  • Alimenti ricchi di ferro. Le emorroidi possono causare una perdita di questo minerale per via del sanguinamento. Alcuni pesci come la spigola o il branzino, legumi secchi (ceci, fave, fagioli, lenticchie), frutta secca in guscio (mandorle, noci, pistacchi eccetera) o frutta secca come datteri, albicocche, prugne sono alimenti ricchi di ferro.
  • Olio di oliva e aceto di mele: sono questi i condimenti indicati a ogni pasto per condire e insaporire le pietanze. Rinunciamo ai grassi animali.
  • Zenzero. In quantità moderate, favorisce la scissione della fibrina, una proteina utilizzata nella coagulazione del sangue che concorre a riparare traumi e lesioni a livello dei tessuti, degli organi e delle arterie.
  • Frutta: sono da privilegiare le bacche di ribes rosso e nero, contenenti una piccola quantità di acidi grassi che controllano il dolore associato alla patologia emorroidaria.
  • Succhi di frutta: meglio quello di ciliegie, more e mirtilli perché contengono alcune sostanze che concorrono a ridurre il gonfiore e le dimensioni delle emorroidi, tonificando e rafforzando le vene.

Al contrario, sarebbe meglio limitare o rimuovere dalla dieta questi alimenti:

  • Cibi a basso contenuto di fibre, perché non favoriscono il transito intestinale e causano costipazione e stitichezza, deleteria per le emorroidi.
  • Snack, torte e cibi industriali;
  • Insaccati salati;
  • Spezie piccanti o cibi ad azione irritante (caffè, alcool, cioccolato) che rischiano di provocare attacchi di diarrea, aggravando la situazione generale.

È bene comunque ricordare che la dieta da seguire va stabilita in base alla nostra sintomatologia. Riduciamo o aumentiamo l’apporto di fibre in relazione al sintomo prevalente (diarrea o stipsi).

Movimento frequente: una buona abitudine amica del sollievo

Uno dei fattori predisponenti le emorroidi a grappolo è la sedentarietà. Infatti, la posizione seduta determina un aumento della pressione sulle vene del retto, con conseguente possibile rigonfiamento dei cuscinetti del plesso ano-rettale e comparsa di emorroidi sintomatiche.

Anche un significativo aumento del peso corporeo, determinato dall’inattività, può contribuire ad aumentare la pressione sui vasi emorroidari, aggravando la situazione locale.

Ecco perché, anche se siamo affetti da patologia emorroidaria, è possibile praticare una leggera attività fisica non usurante. Scegliamo discipline che favoriscano la circolazione del sangue e regolarizzino l’attività dell’intestino, come ad esempio camminata veloce, nuoto, acquagym.

Meglio invece evitare sport che implichino una costante sollecitazione del pavimento pelvico. Bodybuilding, equitazione, ciclismo e vogatore: questi sport possono favorire l’insorgenza di una dolorosa infiammazione a livello del plesso emorroidario.

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