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Rottura emorroidi: come arginare il problema?

Pubblicato il 3 Aprile 2017.

Rottura emorroidi esterne: come dobbiamo comportarci per prevenire complicazioni? Le emorroidi esterne crescono in prossimità dell’ano e al tatto si presentano come un grumo duro, ma al contempo molto sensibile. I cuscinetti emorroidari fuoriusciti dal canale anale appaiono di colore bruno e possono causare irritazione, prurito, gonfiore e bruciore.

Perché le emorroidi possono rompersi e sanguinare?

Facciamo una breve premessa. Le emorroidi sono strutture anatomiche normalmente presenti nel canale anale: svolgono l’importante funzione di continenza delle feci, e favoriscono la fisiologica evacuazione. Quando ci lamentiamo di “avere le emorroidi”, indichiamo comunemente la malattia o patologia emorroidaria. Si tratta di una condizione in cui le emorroidi sono infiammate e spesso sintomatiche: possono comparire dolore/bruciore, prurito, senso di pesantezza a livello anale.

Perché può avvenire tutto ciò? Nella vita quotidiana è possibile individuare alcune condizioni predisponenti, quali:

  • Stitichezza. Una evacuazione difficoltosa può causare irritazione della delicata zona ano- rettale, con possibile rigonfiamento, infiammazione delle emorroidi ed eventuale sanguinamento.
  • Gravidanza. Il progressivo aumento degli estrogeni, e in particolare del progesterone, può essere alla base di un generale rilassamento connettivale. Inoltre, l’aumento del volume dell’utero comprime i vasi sanguigni del pavimento pelvico, rallentando il ritorno venoso.
  • Sedentarietà. Può provocare un aumento della pressione sulle vene emorroidarie, con conseguente dilatazione e infiammazione.
  • Alcune pratiche sportive o sforzi intensi possono causare ripetuti traumi a carico del plesso emorroidario, con possibilità di sviluppare il disturbo.

Spesso si possono verificare perdite di sangue dalle emorroidi esterne, in caso di rottura. Anche le emorroidi interne possono dare questo problema. Ciò accade per via dello sfregamento e della pressione che devono sopportare le vene capillari superficiali, soprattutto in fase di evacuazione. Solitamente il sanguinamento si presenta di colore rosso vivo e compare al termine della defecazione.

In particolare, il sanguinamento è riconducibile alla rottura dei vasi sanguigni emorroidari. Ricordiamo, infatti, che i cuscinetti o gavoccioli emorroidari sono vascolarizzati, cioè attraversati da numerosi vasi sanguigni, capillari, arterie e soprattutto vene: quando le emorroidi si infiammano, possono rompersi al momento dell’evacuazione e può fuoriuscire qualche goccia di sangue. Non preoccupiamoci, perché non si tratta di una emorragia, ma di qualche traccia ematica di colore rosso vivo.

Emorroidi: Scopri il grado di patologia
Conoscere la patologia emorroidaria è il primo passo per viverla serenamente. Con alcune semplici domande interattive e pochi clic, puoi iniziare a comprendere la gravità del disturbo e come trattarlo.
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Utilizziamo un trattamento localizzato per agire tempestivamente sui sintomi

Siamo affetti da patologia emorroidaria? Se notiamo tracce ematiche di colore rosso vivo sulla carta igienica, specie dopo ogni evacuazione, non allarmiamoci. Contattiamo quanto prima un medico specialista per una terapia in linea con il nostro quadro clinico. Potremo poi trattare la rottura delle emorroidi protruse con una serie di accorgimenti.

Anzitutto, è possibile agire tempestivamente sui sintomi, con un trattamento ad uso locale. Su consiglio del medico o del farmacista, è possibile scegliere una linea di prodotti per ogni fase del disturbo emorroidario, in base alle proprie esigenze.

Ad esempio, possiamo utilizzare un farmaco di automedicazione per emorroidi in crema, per ridurre infiammazione, dolore e gonfiore, utile in fase acuta. Inoltre, c’è la possibilità di utilizzare un gel per emorroidi senza medicinali con formulazione emolliente e protettiva, per ridurre i fastidiosi sintomi della patologia emorroidaria e favorire i processi di riparazione dei tessuti, e utile anche come mantenimento e prevenzione.

Rottura emorroidi? Regolarizziamo il transito intestinale

Dato che dolore e sanguinamento si manifestano soprattutto durante la defecazione, il primo, importante passo per arginare il problema sarà regolarizzare l’alvo, cioè mantenere un buon equilibrio intestinale. Se le nostre feci sono dure e siamo soggetti a stipsi, sarà molto importante cercare di ridurre lo sforzo durante l’evacuazione, mantenendo le feci morbide.

In che modo? Seguendo un regime alimentare ricco fibre, frutta e verdura. Non solo. Sarà necessario garantire al nostro organismo un elevato apporto idrico, bevendo circa 1,5 – 2 litri di acqua al giorno. L’acqua contribuirà ad ammorbidire il materiale fecale facilitandone l’espulsione, riducendo il dolore e minimizzando il sanguinamento.

Cerchiamo di evitare l’assunzione di alcuni alimenti che potrebbero promuovere l’insorgere del disturbo:

  • Alimenti ad azione irritante, che possono provocare infiammazione, vasodilatazione e possibile comparsa del disturbo: no ad alcune spezie piccanti, cioccolato, caffè, insaccati salati, alcolici e superalcolici.
  • Alimenti ad azione astringente: tè, limone, patate, banane poco mature potrebbero peggiorare un disturbo emorroidario provocato da stitichezza ed evacuazioni difficoltose.

Inoltre, è consigliabile praticare un regolare e moderato esercizio fisico, poiché l’attività motoria contribuisce a mantenere attivo l’intestino, oltre a favorire la circolazione del sangue.

Avere cura della propria igiene intima è fondamentale, soprattutto in caso di rottura emorroidi e sanguinamento, per evitare che la proliferazione di batteri possa causare infezioni. Pratichiamo perciò lavaggi con acqua tiepida e bicarbonato, e asciughiamo la zona anale tamponando con un panno in cotone.

Per quanto riguarda la scelta del detergente intimo, prediligiamo un prodotto delicato, da diluire in acqua tiepida. Il detergente da preferire dovrà rispettare il fisiologico pH cutaneo ed essere ipoallergenico, senza agenti schiumogeni aggressivi, coloranti e profumazioni, possibili allergeni.

L’azione dell’acqua tiepida potrà favorire il miglioramento della situazione locale. Ricordiamo, invece, di non utilizzare acqua fredda o ghiaccio, perché il sollievo sarà solo temporaneo. Infatti, le basse temperature, a contatto con la delicata zona ano- rettale, possono provocare un aumento del tono dello sfintere, favorendo la vasocostrizione, cioè il restringimento dei vasi sanguigni.

In questa situazione, le vene diminuiscono di diametro, contraendosi; la pressione sanguigna a livello locale aumenta sensibilmente, aggravando la congestione del plesso emorroidario e peggiorando una eventuale sintomatologia dolorosa.

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